venerdì 19 aprile 2013

Presidente e presidenziali: Rodotà il più voluto dai cittadini.



L'elezione del Presidente della Repubblica, siamo alla quarta fumata nera, conferma lo iato - per non dire l'abisso - tra il "palazzo" ed i cittadini. Eccezione è il M5S che in qualche modo ha introdotto di fatto una elezione diretta del Presidente da parte dei cittadini, come voluto tempo addietro già dall'allora Forza Italia. Il nome - dopo la rinuncia di Gabanelli e Strada - più votato è risultato quello del noto, non solo in Italia, bravo giurista Stefano Rodotà, sostenuto con coerenza dal movimento in tutte e quattro le votazioni. E' utile soffermarsi sul fatto che nell'ultima votazione cui PdL e Lega hanno deciso di non prendere parte, Stefano Rodotà si sia posizionato a 213 preferenze, contro le 241 della votazione precedente ed a fronte di un netto rialzo della Ministro Cancellieri, a dimostrazione che la candidatura di Rodotà sia invero molto ben accettabile anche per altre forze politiche come conferma - oltre le tante celebrazioni a Sinistra - anche la definizione di "Gentiluomo doc" affibbiata nientemeno che dal quotidiano "Libero". A fronte altre candidature tutte espressione del "palazzo" e invise o già bocciate dai cittadini. A cominciare dalla prima: Franco Marini era stato bocciato alle elezioni e, certamente non mi risulta personaggio amatissimo dalla base del PdL - è stato Berlusconi a farne il nome a Bersani - e meno che mai alla base del PD, la quale si è apertamente ribellata - ma non è stata ribellione solo della base - portando ad un pelo dallo spaccamento del partito. La candidatura di Prodi - fondatore dell' "Ulivo" - imposta da Bersani è servita a ricompattare in qualche modo il PD, ha però portato alla divisione con PdLe Lega ed al rifiuto di questi di partecipare al voto, come anche al distanziamento di Grillo, e, sul fronte interno ha creato uno iato con la propria base. Insomma l'elezione del Presidente della Repubblica non ha fatto altro che riproporre in maniera fortemente accentuata le problematiche di Bersani e dei suoi già palesemente emerse per la creazione di un Governo ancora da farsi: incapacità di trovare un dialogo tanto a destra con PdL e Lega, quanto a Sinistra con Grillo ed in basso con la propria base. 
francesco latteri scholten.

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