mercoledì 10 aprile 2013

USA, legalizzazione Cannabis: grande industria e opinione pubblica pronte.


L'umanità ne fa uso dalla notte dei tempi praticamente in tutte le culture. In India è chiamata Bhang ed è fumata insieme al tabacco, in Messico Marjhuana. In Medio Oriente è conosciuta soprattutto per l'antica setta del Veglio della Montagna, in cui se ne faceva uso, con il nome di Haschisch, da cui anche il termine di assassino, gl'emissari del Veglio erano infatti i temuti Haschischin. La pianta è, come noto, un'erba dioica annuale a fusti eretti di circa 2-3 m, e la droga è ricavata dalle infiorescenze della pianta femminile, più grande di quella maschile. La droga - stranamente - non risulta iscritta nella FUI. E' usata da sempre per uso esterno come come analgesico e antisettico e per uso interno come sedativo. Essa provoca inizialmente una sensazione di benessere, euforia ed eccitazione intellettuale seguite però da perdita della nozione del tempo e dello spazio e da sdoppiamento della personalità ed infine da allucinazioni. Negli USA, come in molti altri Paesi, nonostante la legge ne vieti l'uso - o forse anche per questo come a suo tempo per l'alcool - è molto diffusa l'assunzione nelle forme più diverse, specie il "fumo". Sta accadendo ormai lo stesso che per l' alcool negli anni trenta del Novecento: la maggioranza sempre più cospicua della popolazione - siamo ormai ad oltre il 53% - è favorevole all'abbrogazione del divieto, mentre la grande industria è pronta e spinge per la commercializzazione legalizzata. Starebbe dunque per cadere un proibizionismo che, al pari di quello degli alcoolici serve solo ad ingrassare la criminalità organizzata. C'è da augurarsi che anche per il consumo accada quanto già accaduto con gli alcoolici: statisticamente infatti negli USA non si è mai avuto un consumo di alcool pro capite così elevato come durante il proibizionismo, a denunciare la funzione in realtà incentivante dei divieti. 
francesco latteri scholten.

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